La storia del libro è da sempre molto importante nel monachesimo benedettino: in epoca medievale i principali scriptorium e le più ricche biblioteche si trovavano proprio all’interno delle abbazie e dei monasteri. Il libro era un oggetto costoso da un punto di vista economico e anche il procedimento fisico di costruzione del supporto non era affatto semplice ma piuttosto complesso ed elaborato: il libro infatti era fatto di pergamena, ovvero pelle di pecora o agnello. Le pagine di pergamena andavano dunque “fabbricate”, bisognava anzitutto pulire e conciare la pelle dell’animale, successivamente fare vari passaggi della pelle essiccata in vasche di acqua e calce per renderla ancora più pulita e togliere completamente il pelo. Poi andava tagliato di misura a seconda della grandezza del volume e della pagina, cucito e rilegato a mano. A questo punto si procedeva alla costruzione della copertina con tavole in legno o in metallo, riccamente decorate e ricoperte talvolta in cuoio lavorato. Infine il libro andava scritto a mano dai monaci amanuensi che ricopiavano in bella grafia e con ricchi decori e colori sui fogli di pergamena i testi. Un procedimento estremamente complesso e costoso che qui viene presentato in maniera completa.
Nella prima vetrina si susseguono i vari supporti che nel tempo sono stati utilizzati per la scrittura: dalle tavolette di cera alla pietra, dal papiro alla carta di stracci fino ad arrivare ai fogli di carta moderni utilizzati per la stampa a caratteri di Gutenberg.
La seconda vetrina espone una selezione di legature e copertine e vari attrezzi che venivano utilizzati per il decoro e l’abbellimento di queste parti: punzonature, foglia d’oro, borchie e metalli da incisione.
La terza vetrina racconta invece i passaggi del processo di restauro di un libro dal suo arrivo in laboratorio alla restituzione finale.