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ECOMUSEO LE TERRE AL CONFINE DI MONCENISIO – La vita e la comunità di Ferrera

In passato negli inverni più rigidi talvolta il passaggio era sovente sospeso e proprio da Ferrera risultava impossibile proseguire causa la troppa neve. Sembra che nelle metà del 1700, secondo le indagini del tempo, questa attività di trasporto venisse valutata ben redditizia per i montanari di Ferrera i quali dovevano però, acquistare gran parte dei prodotti alimentari da altri paesi della Valle, che per evidenti motivi di altitudine e clima la produzione agricola era limitata. Grazie a queste attività di servizio il reddito familiare era di gran lunga superiore a molte cittadine valsusine come Susa e Avigliana, ed inoltre godeva di alcuni vantaggi fiscali, per esempio le famiglie erano esentate dal pagare la tassa sugli alcolici perché considerati necessari dato il clima rigido.

I dati statistici del 1851 fotografano una uno spaccato di vita dell’epoca: contavano 35 fuochi (case abitate) e 218 persone dove si coltiva segale, patate, si vive di pastura e  poco altro. Molti erano costretti nel periodo invernale a trasferirsi altrove in particolar modo a lavorare nei setifici o nelle miniere in Francia. La costruzione della strada napoleonica nel 1812 condusse molte famiglie a stabilirsi nei ricoveri per la manutenzione della strada e assistenza ai trasporti di persone e merci. La presenza massiccia militare al colle garantiva anche un idnotto commerciale importante. Altro duro colpo per la sopravvivenza della comunità di Moncenisio fu la perdita degli alpeggi, terreni ed esercizi commerciali al colle del Moncenisio e alla frazione Grand Croix dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando per i Trattati di Parigi il comune venne ridotto di 1/16.

Solo successivamente alcuni terreni in Francia vennero riconosciuto al comune di Moncenisio, riserve di pesca e caccia e la cava per l’estrazione del marmo.

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