Data la pericolosità della lavorazione, nel 1952 venne introdotto un sistema di comando a distanza delle macchine con controllo televisivo, che costituiva per quell’epoca una innovazione tecnica di avanguardia. Gli operai, dopo aver effettuato la carica delle impastatrici, si ritiravano; chiudevano i cancelli delle camere di impasto (fino a quando questi non erano chiusi non si poteva erogare energia elettrica al motore) e, attraverso quattro monitor, seguivano l’andamento della lavorazione.
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Al termine di ogni ciclo, la pasta di dinamite (ogni macchina ne produceva 280 Kg) veniva portata in piccoli depositi di smistamento e successivamente da questi avviata all’incartucciamento.