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DINAMITIFICIO NOBEL DI AVIGLIANA – Nitrazione

La prima nitrazione della glicerina venne realizzata nella fabbrica di Avigliana il 2 dicembre 1873, seguendo il processo brevettato da Alfred Nobel che usava come refrigerante l’acqua prelevata da un pozzo, nel quale veniva giornalmente immesso del ghiaccio.

Nel 1912 un nuovo apparecchio, per la preparazione della nitroglicerina viene installato nel dinamitificio di Avigliana; era stato messo a punto da tre inglesi, Nathan, Thomson e Rintoul, e impiegato per la prima volta nel 1903 nella fabbrica di Waltham-Abbey.

Era simile al precedente apparato nitratore, però presentava in alto una cassetta-finestra, che permetteva di controllare direttamente tutte le varie fasi del processo.

Inoltre erano stati potenziati i serpentini per l’acqua e per l’aria che permettevano di far reagire masse maggiori di glicerina (sino a 300 kg per ogni operazione).

Nel 1950 l’impianto per la fabbricazione della nitroglicerina venne completamente rinnovato in seguito all’introduzione del processo a nitrazione continua Shmid-Meissner, che permetteva di ottenere un’elevata produzione avendo in ciclo solo piccole quantità di esplosivo (30-40 kg per volta, rispetto ai 100-110 dei sistemi discontinui).

Il nuovo reparto (quello ancora visibile), era strutturato su due piani: al primo avveniva la nitrazione e in quello sottostante il lavaggio. Per evitare, in caso di scoppio, il pericolo dovuto al lancio di detriti di grossa mole, era stato costruito con materiali molto leggeri (la copertura era di eternit) facilmente sbriciolabili; una rete metallica, fungente da gabbia di Faraday, lo proteggeva dalle scariche elettriche atmosferiche.

Gli operai accedevano all’edificio da un sentiero posto dietro la collina e attraverso una galleria si portavano nei locali di lavorazione. Se durante il processo di nitrazione si verificavano improvvisi aumenti di temperatura, tali da far temere una imminente esplosione, gli addetti potevano rifugiarsi in un luogo protetto, da dove, per mezzo di comandi ad aria compressa, scaricavano dall’apparecchio in una vasca piena d’acqua i prodotti pericolosi (manovra di annegamento): la repentina sottrazione di calore dovuta all’acqua arrestava la reazione.

La fase successiva, attuata in un altro reparto, vede l’esplosivo liquido impastato con diverse sostanze, aventi lo scopo di assorbirlo o trasformarlo in gelatina.

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Nel 1978 i processi legati alla produzione della nitroglicerina subirono importanti innovazioni tecniche.

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