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DINAMITIFICIO NOBEL DI AVIGLIANA – Struttura architettonica

Molte strutture del dinamitificio sono realizzate con criteri simili a quelli delle fortificazioni. La disposizione degli impianti e le loro caratteristiche strutturali richiamano alla mente realizzazioni dell’ingegneria militare (fortificazioni, caserme, accampamenti) piuttosto che altri esempi di edilizia industriale.

Il primitivo aspetto dello stabilimento nei primi decenni del XX sec. era molto diverso dall’attuale.

Viste le esigenze tecnologiche e antinfortunistiche, le strutture produttive consistevano in una serie di fabbricati di dimensioni contenute, protetti da terrapieni con lo scopo di evitare danni a catena in caso di esplosioni, dislocati in ordine sparso sul poggio di S. Martino, una collina rocciosa che funge da paravento nei confronti della città di Avigliana.

La consistenza dei fabbricati dislocati entro l’area era modesta, in particolare quelli dove si lavoravano gli esplodenti, erano costruiti in legno e sistemati senza ordine apparente salvo la vicinanza con l’acqua, utile per scongiurare il pericolo degli incendi, e la successione delle operazioni.

Nel 1908 viene costruito un nuovo tronco dello stabilimento in regione Allemandi, ad est verso Buttigliera, dove si confezionano le polveri da lancio per le grandi artiglierie.

Tale complesso sarà raso al suolo da un bombardamento nell’aprile del 1945.

Ulteriori ampliamenti avvengono a partire dal 1915 verso ovest al confine con S.Ambrogio date le martellanti richieste dello Stato italiano.

Nel dinamitificio di Avigliana trovò immediata applicazione un’innovazione fondamentale nel campo dell’edilizia: l’uso del cemento armato.

Le strutture attualmente conservate risalgono in gran parte agli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale e ai due decenni successivi.

Il processo di produzione della dinamite ha inizio con l’utilizzo di grandi apparecchi, muniti di refrigeranti e meccanismi agitatori che nitrano la glicerina nel miscuglio di acido solforico e nitrico, puri e concetrati; la nitroglicerina oleosa, giallognola si separa dal miscuglio acido, su cui galleggia; seguono alcune vasche, dove l’esplosivo liquido è lavato ripetutamente per renderlo stabile.

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Questa fase è detta nitrazione.

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morada Via Galinier 38, 10051 Avigliana

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