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DINAMITIFICIO NOBEL DI AVIGLIANA – Trasporti interni

Sotto la direzione del Galiniè (dal 1880 al 1883) la produzione degli esplosivi subì un notevole incremento. Per far fronte alle nuove esigenze vennero portate a dodici le baracche per la confezione delle cartucce e si costruirono inoltre, sulle pendici della collina, una serie di magazzini. Questi furono collegati ai locali per l’imballaggio, posti invece ai piedi della collina, tramite un piano inclinato percorso da due vagoncini, che facevano la spola tra i due impianti trasportando le casse di esplosivo.

Attualmente rimangono le rovine e i resti della stazione di partenza del piano inclinato, che rimase in attività per tutta la durata dello stabilimento anche se venne ovviamente rinnovato e adeguato più volte.

Per facilitare il trasferimento dei materiali, anche i vari reparti dell’opificio furono messi in comunicazione tra loro con una ferrovia a scartamento ridotto, dopo che negli anni dal 1880 al 1882 furono realizzati gli accordi ferroviari con la stazione di Avigliana.

Nel 1880 il Dinamitificio di Avigliana si assicurò la fornitura degli esplodenti al Regio Governo.

Nel 1888 la ferrovia esterna venne prolungata fino alla cava di pietra, che nel frattempo la Società aveva aperto nelle adiacenze della fabbrica.

Per mantenerne in deposito la quantità stabilita, che doveva sempre essere a disposizione dell’Autorità militare, vennero costruiti, scavandoli nella collina, quattro magazzini.

Architettonicamente l’area dei magazzini, posta nella parte più alta della collina, costituiva una sorta di arena, composta da due muraglioni paralleli che fungevano da rompi esplosione. Delle passerelle per il passaggio delle guardie sovrastavano i magazzini veri e propri, profondamente incassati nel vallo formato dalle strutture in cemento.

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Attualmente le eventuali strutture superstiti sono interrate e nulla è visibile in superficie.

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