Internamente, la cappella è organizzata su due livelli: al piano di ingresso una cancellata lignea, simile a quella presente nella Certosa della Losa, separa nettamente la zona destinata ai fedeli dal presbiterio, al secondo livello si trova la pregevole balconata della cantoria decorata con colori accesi.
Affreschi raffiguranti immagini di santi e scene tratte dalla vita di Maria, scalpellati e deturpati nei secoli da truppe di passaggio, decorano le pareti interne. La ricchezza dei colori, tra cui spiccano l’oro ed i lapislazzuli, testimoniano l’importanza dell’edificio sacro. Una scritta alla destra dell’altare ne consente la datazione: 1534.
Nel 1713, con il trattato di Utrecht ed il passaggio ai Savoia, una ventata di rinnovamento pervase l’Alta Valle. Spessi strati d’intonaco e una tela raffigurante l’Annunciazione, in stile barocco, posizionata sopra l’altare, trasformarono l’aspetto originario della cappella coprendo per tre secoli e conservando fino ai giorni nostri i suoi preziosi affreschi che, solo nel 2008, grazie alla campagna di restauri promossa dalla Curia, dal Comune e dal Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, con il contributo della Compagnia di San Paolo e della Regione Piemonte, condotta dal Dipartimento di Progettazione Architettonica del Politecnico di Torino sotto la supervisione della Soprintendenza ai beni storico e artistici del Piemonte, sono stati restituiti all’antico splendore.
La parete di fondo della cappella, opposta alla porta d’ingresso, reca affrescata un’immagine della Pietà, con ai lati Sant’Anna e Santa Lucia, mentre a sinistra è rappresentato San Rocco, che mostra su di sé la piaga della peste, malattia contro la quale veniva invocato.
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Stupefacenti le Storie della Vergine affiorate sulla parete absidale. Al centro, sopra l’altare, una specchiatura di intonaco priva di affreschi era probabilmente dedicata ad ospitare un ancona scolpita o dipinta, di cui oggi non vi è più traccia.