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ECOMUSEO COLOMBANO ROMEAN – Ghiacciaia ottocentesca

L’ottocentesca Ghiacciaia di Salbertrand rappresenta una delle poche ghiacciaie naturali rimaste intatte in Piemonte. Agli inizi del 1900, alcuni commercianti di Oulx, riuniti in società, costruirono l’edificio della ghiacciaia per conservare il ghiaccio prodotto in inverno nell’attiguo laghetto artificiale.

Sfruttando il dislivello tra l’alveo del Rio Gorge e il bordo del lago si ricavò un locale di 800 metri cubi che, con il riporto all’esterno di alcuni terrapieni, risultò quasi completamente interrato. Uno strato di circa un metro di terra su cui furono piantati dei pini ricopriva la ghiacciaia per difendere la struttura dal calore estivo. Una volta in pietra più piccola, addossata alla facciata anteriore dell’edificio e delimitata da due portoni in legno, costituiva un efficiente ingresso a bussola che garantiva il mantenimento del freddo nella ghiacciaia e serviva ai carrettieri come protezione dalla pioggia.

I blocchi di ghiaccio prodotti nel soprastante laghetto venivano fatti scivolare su uno scivolo in legno sistemato entro un canalone  scavato lungo la discesa tra lago e ghiacciaia.

Tre finestre, posizionate ad altezze diverse, erano utilizzate per lo stivaggio e l’asportazione del ghiaccio. Un sistema interno di impalcature in legno aveva lo scopo di rallentare la corsa del blocco proveniente dall’esterno accompagnandolo lungo la discesa per evitarne la rottura. Al momento della vendita, i blocchi di ghiaccio avvolti in teli di juta bagnati,venivano sistemati su carri a due ruote e portati alla stazione ferroviaria. La maggior parte del prodotto era caricato sui treni ed inviato a Torino, una piccola quantità andava verso l’Alta Valle, per i primi locali frequentati dai turisti, e, a volte, fino a Briançon.

Nel momento di maggior attività, tra l’inizio del Novecento e la Prima Guerra Mondiale, la ghiacciaia veniva svuotata annualmente. Per mezzo secolo ha costituito un’importante risorsa economica per i montanari, considerata anche la stagionalità del lavoro, complementare a quello agricolo. Quando, con la comparsa delle macchine frigorifere, furono costruite fabbriche per produrre ghiaccio direttamente nei luoghi di maggior consumo, le ghiacciaie naturali vennero quasi completamente abbandonate. Nell’ultimo anno di attività, la produzione della ghiacciaia del Gran Bosco rimase invenduta e si conservò fino all’inverno successivo, a dimostrazione del perfetto isolamento termico della costruzione.

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