Nel 1685 il re Luigi XIV revoca l’editto di Nantes, che nel 1598 aveva posto termine alla serie di guerre di religione, e un clima di persecuzione pervade la Francia. Circa duecentomila valdesi cercano allora rifugio nei territori protestanti in Europa e nel mondo. Dal Delfinato, dove la riforma è molto diffusa, le partenze sono numerose prima verso Ginevra, poi verso la Germania. I Valdesi delle valli del Piemonte che aderiscono alla Riforma, costretti a esiliare, seguono le stesse strade, ma saranno anche protagonisti nel 1689 di un avventuroso cammino di ritorno, affrontando le truppe francesi e savoiarde durante il rimpatrio verso le terre d’origine.
Il 3 settembre, ottavo giorno di marcia, i Valdesi, incalzati dalle truppe francesi e piemontesi, in territorio di Exilles, scendono dal Colletto dei Quattro Denti verso Eclause e da qui a Salbertrand. Il ponte sulla Dora Riparia, unico accesso allo spartiacque con la Val Chisone, è presidiato dall’esercito francese. Durante la notte i valdesi sferrano un disperato attacco con una carica all’arma bianca. Le grida dei più audaci “Coraggio, coraggio, il ponte è conquistato!” infervorano gli uomini che si avventano sul ponte e riescono ad espugnarlo, riscuotendo poche vittime in confronto ai nemici che lasciano sul terreno centinaia di morti e innumerevoli feriti.
Da Salbertrand si disperdono nel Gran Bosco, riuscendo poi a raggiungere il Colle di Costapiana e discendere su Pragelato per rientrare nelle valli di origine.
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Trecento anni più tardi, nel luogo in cui si svolse la storica battaglia che decretò le sorti della comunità valdese, è stata posta una lapide commemorativa.