Il mulino idraulico di Salbertrand è uno dei più interessanti e meglio conservati dell’Alta Valle di Susa, l’unico a contenere ancora le macchine originali di varie epoche.
Il mulino, detto del Martinet, iniziò probabilmente la sua attività intorno all’anno 1000 come forgia, per poi trasformarsi nel 1200 in opificio idraulico con molteplici funzioni: mulino da cereali, pesta per la sfibratura della canapa, follone da drappi, segheria. L’equipaggiamento interno, a parte l’elettrificazione avvenuta a inizio novecento, è per molti versi analogo a quello che si poteva trovare all’interno di un mulino del sedicesimo secolo.
Manca la tipica ruota verticale che nell’immaginario collettivo contraddistingue i mulini ad acqua; si trattava infatti di un impianto a ruota orizzontale. Questo tipo di tecnologia, malgrado lo scarso rendimento, era preferito nelle zone alpine perchè più adatto alla rigidità del clima e alla portata irregolare dei corsi d’acqua.
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L’edificio ospita al suo interno tre distinti impianti e vari allestimenti: il mulino vero e proprio, dotato di tre coppie di macine e il buratto per selezionare farine di diversa finezza, la pesta per la sfibratura della canapa e per la produzione di olio di semi e gli impianti per la produzione dell’energia elettrica. Negli ultimi anni, all’interno del mulino, sono stati recuperati nuovi spazi e sono stati creati allestimenti museali che raccolgono il ricco patrimonio di attrezzi da lavoro ed oggetti in uso nella vita quotidiana di un tempo, messi a disposizione dalla comunità.