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ECOMUSEO LE TERRE AL CONFINE DI MONCENISIO – Marrons e ramasses

I marrons, abili guide e portatori, talora definiti chamoix humain, esercitavano il loro mestiere durissimo sopportando freddo e disagi: caricavano i bagagli dei viaggiatori sui muli, sui cavalli da tiro e trasportavano i clienti facoltosi sulle cadrighe, sedie di legno imbottite che venivano sorrette da due lunghe sbarre passanti con cinghie di cuoio alla vita dei marrons, il cui numero variava a due a a quattro a seconda del peso del viaggiatore. Tale sistema di trasporto organizzato era molto apprezzato e ricordato dai racconti di molti scrittori che valicarono il passo: le portantine dei viaggiatori venivano raggruppati e incolonnati in lunghe carovane che salivano verso il passo, mentre le loro carrozze venivano smontate e trasportate a dorso di mulo. I bagagli in genere partivano per primi caricati sui muli tanto che molti viaggiatori si mostravano stupiti di ritrovare il loro bagaglio ordinato e intatto a destinazione. Solo gli uomini fra i diciotto e i sessant’anni potevano esercitare il mestiere di marrons e severissime pene erano previste per chi veniva colto in stato di ubriachezza, danneggiava i bagagli, o era scorretto verso i viaggiatori. La discesa dal colle, nei tratti possibili, avveniva su slitte particolari dette ramasses, rustiche slitte di legno che in  origine erano assicurate da fascine di ramaglia. I marron le guidavano a mezzo di ramponi e bastoni a gran velocità nelle forti discese: la cosiddetta “pista delle ramasse” verso Lanslebourg aveva nel tratto iniziale una pendenza del 35% e la discesa si compiva anche in 7/8 minuti. Molte cronache Settecentesche narrano di inglesi che si fermavano a lungo a Lansleborg per farsi ramasser due o tre volte al giorno: “Mi hanno assicurato di aver visto delle donne, inglesi per lo più, fare quella singolare corsa e ricominciare per il solo piacere di provare la loro forza e ostentare il proprio coraggio”: era nato lo slittino a due. Trasportavano i clienti facoltosi sulle cadreghe, sedie di legno imbottite che venivano sorrette da due lunghe sbarre passanti con cinghie di cuoio alla vita dei marrons, il cui numero variava a due a a quattro a aeconda del peso del viaggiatore.
La discesa dal colle, nei tratti possibili, avveniva su slitte particolari dette ramasses, rustiche slitte di legno che scivolavano a gran velocità guidate dai marrons a mezzo di ramponi e bastoni. Il termine ramasse deve l’origine alla forma originaria ovvero una tavola di legno cui erano legate delle fascine di ramaglia. La cosiddetta “pista delle ramasse” verso Lanlebourg aveva nel tratto iniziale una pendenza del 35% e la discesa si compiva anche in 7/8 minuti. Ad oggi non è stata trovata alcuna documentazione che riguardi le regole per esercitare il mestiere di marrons, antecedente alla disposizioni in materia da parte del regno sabaudo nell’anno.

Secondo tale disciplinare, completo di tariffe per bagagli e per clienti corpulenti, solo gli uomini fra i diciotto e i sessant’anni potevano esercitare il mestiere di marrons e severissime pene erano previste per chi veniva colto in stato di ubriachezza, danneggiava i bagagli, o era scorretto verso i viaggiatori.
Tale sistema di trasporto organizzato era molto apprezzato e ricordato dai molti scrittori che valicarono il passo: in molte descrizioni risulta che i viaggiatori venivano raggruppati e incolonnati in lunghe carovane che salivano verso il passo in portantine, mentre le loro carrozze venivano smontate e trasportate a dorso di mulo. I bagagli in genere partivano prima caricati sui muli: molti viaggiatori si mostravano stupiti di ritrovare il loro bagaglio ordinato e intatto a destinazione. Da quanto riportato in molte cronache Settecentesche gli inglesi si fermavano a lungo a Lansleborg per farsi ramasser due o tre volte al giorno: Mi hanno assicurato di aver visto delle donne, inglesi per lo più, fare quella singolare corsa e ricominciare per il solo piacere di provare la loro forza e ostentare il proprio coraggio. La ramasse come antesignana dello slittino a due. In inverno il passaggio era sovente sospeso e proprio da Ferrera risultava impossibile proseguire causa la troppa neve. Sembra che nella metà del 1700, secondo le indagini del tempo, questa attività di trasporto venisse valutata ben redditizia per i montanari di Ferrera i quali dovevano però, acquistare gran parte dei prodotti alimentari (quali segale e vino) da altri paesi della Valle, per evidenti motivi di altitudine e clima.

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