Ci troviamo alla “Baità”: alcuni terrazzamenti con muri a secco e, tra i massi rocciosi, resti di piccole costruzioni, tipiche dell’ultimo Neolitico. Si ipotizza che questo luogo, appena a monte del Riparo Rumiano, fosse parte integrante del sito. Infatti, tra il 4° e il 3° millennio a. C., nei dintorni del Riparo Rumiano sorgeva probabilmente un insediamento abitativo, innalzato dal fondovalle paludoso, facilmente difendibile, riparato dal vento e vicino a sorgenti d’acqua.
Un insediamento strappato al bosco e alla montagna, che renderebbe non casuale il ritrovamento in loco di asce levigate, fondamentali pe le attività di disboscamento e trasformazione del territorio. Oggi la boscaglia invade questi pianori, ma li dobbiamo immaginare perfettamente coltivati fino alla prima metà del ‘900. Su indicazione della Soprintendenza, per la Baità sono ipotizzati sondaggi archeologici.
In Valle di Susa, l’esistenza di villaggi preistorici è documentata solo a partire dal Neolitico, ma potrebbe risalire a epoche ancora anteriori. Nei territori alpini, con la fine dell’ultima glaciazione, si verificò infatti un lungo periodo di stabilità climatica, causa di nuove condizioni ambientali e favorevole alla frequentazione umana. In questo luogo, che possiamo quindi ipotizzare coltivato ed abitato nel tardo Neolitico, è stata edificata la capanna sperimentale che potete vedere. Essa rappresenta un aspetto importante del patrimonio culturale e tecnologico ricostruito negli anni dai tecno archeologi del Centro di Archeologia Sperimentale, oggi parte attiva del Museo Laboratorio.
A seguito degli studi e delle comparazioni compiuti, per il Neolitico in Valle di Susa si configurano capanne coniche, a base circolare o elissoidale, e a struttura autoportante. I materiali di costruzione erano pali in legno di non grandi dimensioni , corde in pelle o fibra tessile per le legature, e ramaglie flessibili per consolidare la struttura tramite intreccio. Per la copertura: frasche, come in questo caso, o cannetta palustre, o zolle erbose. Un’apertura sulla sommità consentiva la fuoriuscita del fumo del focolare. In questo luogo può essere interessante ricordare in breve, attraverso alcune fotografie, un notevole sito archeologico della Valle di Susa: la Maddalena di Chiomonte (museo e parco archeologico attualmente chiusi).
I ritrovamenti della Maddalena riguardano, come noto, un esteso abitato con contigua necropoli del Neolitico finale, ma anche testimonianze di frequentazione successiva, fino alla seconda Età del Ferro.