Le Alpi Occidentali sono state, nel Neolitico e oltre, uno dei principali bacini di approvvigionamento della pietra verde. Essa veniva prevalentemente impiegata per un fondamentale strumento di lavoro: l’ascia in pietra levigata. Destinata all’abbattimento degli alberi per la trasformazione delle foreste in campi coltivabili, la sua preparazione richiedeva una materia prima altamente adeguata, ma anche piena perizia costruttiva.
La costruzione dell’ascia cominciava con la sommaria scheggiatura di un ciottolo scelto allo scopo. Mediante un percussore di materiale duro, seguiva una prolungata martellinatura. Ottenuta la forma prevista, l’ascia veniva levigata e resa tagliente sfregandola su una mola abrasiva, normalmente in pietra arenaria. Le asce venivano poi immanicate secondo due modalità: si parla di accetta o scure quando il tagliente era parallelo al manico, e l’ascia in questo caso veniva utilizzata principalmente per il taglio degli alberi. Per le diverse lavorazioni del legno era invece maggiormente usata l’ascia traversa, con il tagliente fissato trasversalmente.
Le asce martello erano invece destinate in prevalenza ai combattimenti tribali per il controllo del territorio. Si tratta quindi di strumenti riconducibili al tardo Neolitico o all’Età del Bronzo. Per permettere l’immanicatura, in questo caso la pietra veniva forata.