La città fu fondata alla confluenza del fiume Dora Riparia con il torrente Cenischia in posizione strategica per il controllo delle vie dirette ai valichi del Moncenisio e del Monginevro.
Le origini di Susa come “Porta d’Italia” si perdono nella storia.
Nel 500 a.C., quando città come Aosta e Torino non erano ancora state fondate, in Susa esisteva una realtà celtica perfettamente organizzata.
Successivamente romanizzata ebbe il suo massimo splendore con il culmine dell’Impero Romano.
Ne seguì una lunga decadenza fino alla rinascita, nel VIII secolo, sotto il dominio dei Franchi.
Teatro di saccheggi ed incendi, trovandosi al centro dei percorsi e delle strade che conducevano dal nord-Europa verso la città di San Pietro, fu il primo territorio ad essere sottomesso ai Conti di Moriana nell’XI secolo.
Divenne provincia sotto i Savoia e ne seguì interrottamente i destini del ducato. Dopo l’Unità d’Italia la provincia di Susa fu conglobata in quella di Torino.
Susa e la sua Valle erano abitata già in tempi antichissimi, come dimostrano le testimonianze che risalgono al V millennio a.C. rinvenute in varie località. Fu proprio, all’epoca del regno di Donno e di suo figlio Cozio che il territorio segusino conobbe un periodo di particolare pace e prosperità; Susa era capitale di una vasta zona che comprendeva ampi territori d’oltralpe, separati dalle montagne ma uniti dall’abilità dei due sovrani, che seppero governare con saggezza numerose tribù di origine celtica, Una delle più importanti testimonianze della presenza celtica in Valle, è la roccia coppellata, su cui sono ricavate “coppelle”, incavi emisferici collegati da canalini scolpiti, su cui venivano probabilmente sacrificati animali in età preromana.
L’arrivo dei Romani fu per Susa un evento epocale che lasciò importantissime tracce. Tra queste la più conosciuta è proprio il bellissimo Arco ( 8 sec. A. C.) dedicato a Cesare Ottaviano Augusto. Quello di Susa è uno dei quattro archi che in Italia sono dedicati al primo imperatore romano. Accanto all’Arco di Augusto si può ammirare un’altra importante testimonianza del mondo romano: l’Acquedotto, (375-378 d. C) di cui oggi rimangono le due grandi arcate, esso alimentava, probabilmente, oltre le terme, anche le fontane della Città di Susa. Passando sotto le due aperture, si può raggiungere, con una breve passeggiata ricca di suggestioni, l’Arena del II secolo d. C. che venne riportata al suo antico splendore nel 1961. Continuando l’ideale passeggiata si possono raggiungere le mura di cinta risalenti probabilmente al III secolo con “Porta Savoia”, mentre nella piazza accanto, anch’essa denominata Piazza Savoia, sono visibili reperti di età romana, in una zona che ospitava l’antico foro.
Immediatamente prima dell’anno 1000, Arduino il Glabro, marchese di Torino, pose le basi per il futuro di Susa e della Valle controllando tutto il territorio fino al valico del Monginevro. A lui succedette il primogenito Manfredo, che lasciò poi il comando al figlio Olderico Manfredi, padre della Contessa Adelaide e fondatore dell’abbazia di San Giusto, che sorge nei pressi di Porta Savoia. Il matrimonio tra Adelaide e Oddone di Savoia, celebrato nella Cattedrale di Susa stabilì l’unione di due nobili famiglie: quella dei Savoia e quella Arduinica legata all’imperatore. Legame che determinò l’inizio di una dinastia tra le più antiche dell’Europa e che nel 1861 ha concretizzato con Vittorio Emanuele II l’Unità d’Italia.
L’antico castrum, già sede regia all’epoca dei Cozii, divenne la residenza dei signori del luogo.
Si possono poi ammirare altri importanti monumenti di quest’epoca quale la chiesa di Santa Maria Maggiore (XI sec), La Cattedrale di San Giusto (XI sec.) con il suo imponente Campanile, la Chiesa di San Francesco (XIII sec.), Casa De’ Bartolomei(XIII secolo), abitazione privata di Arrigo De’ Bartolomei detto il Cardinale Ostiense, famoso giurista medievale.